Giudici di pace, il ministero conferma il taglio di 5 sedi

TERAMO – Non c’è soltanto un problema dei posti di polizia (per i tagli del Viminale) per i sindaci dei comuni abruzzesi e del Teramano in particolare. Stavolta è il decreto del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a preoccupare le comunità locali, perchè conferma le previsioni di soppressione di 23 uffici del Giudice di pace in tutta la regione. Nella provincia di Teramo destinatari della ‘mannaia’ del decreto sono gli uffici di Campli, Giulianova, Montorio, Nereto e Notaresco che vengono accorpati a Teramo. Solo Atri conserverà la sede. Anche in questo caso a prendere posizione è il sindaco di Giulianova, Francesco Mastromauro: «Sin dal 2012 – dichiara il sindaco Francesco Mastromauro, intervenuto assieme al consigliere Jurghens Cartone – abbiamo cercato più volte, e siamo stati solleciti nel farlo, un accordo con le 12 amministrazioni comunali ricadenti nella competenza dell’ufficio giudiziario di Giulianova per evitare la soppressione del Giudice di pace. Non solo: sulla questione abbiamo organizzato diversi incontri. Era infatti necessario, come stabilito dalle disposizioni ministeriali, consorziarsi per sostenere insieme le spese per il mantenimento dell’Ufficio, per il funzionamento della sede, ma anche per gli stipendi del cancelliere e del personale amministrativo, in totale 5 persone. Nel complesso diverse centinaia di migliaia di euro l’anno. Una somma elevata – continuano il sindaco e Cartone – che Giulianova da sola avrebbe anche potuto accollarsi, ma togliendo risorse al sociale, alle scuole e ad altri servizi per la collettività. Un’eventualità, questa, prospettata il 29 febbraio 2012 in Consiglio comunale. Si trattava, insomma, di fare una scelta, chiaramente politica e, come avviene in altre città quando sono in gioco questioni importanti per la collettività, da condividere, responsabilmente, tra maggioranza e minoranza. Ma l’opposizione, che sulla questione ha riservato scarso interesse, ha risposto picche. Dunque, se Giulianova voleva conservare l’Ufficio del giudice di pace doveva accollarsi tutte le spese o consorziarsi con altri Comuni. Altre strade non ce n’erano. Purtroppo nessuna delle amministrazioni comunali interpellate ha voluto, o potuto, mettere mano al portafogli. Ed ecco il risultato. Atri, infatti, ha conservato il Giudice di pace grazie ad un accordo con Cermignano, ripartendo i costi. Rimane il fatto – concludono il sindaco e Cartone – che ormai qui si taglia tutto e ovunque, e che per evitare che lo Stato arretri non si possono chiedere ai Comuni, ai quali Stato e Regione tagliano le risorse, sacrifici di tipo economico che poi ricadono sui cittadini».